Il contesto
Xabi Alonso ha preso subito in mano il Real Madrid, imprimendo un cambio netto rispetto al recente passato. Il tecnico tolosano ha introdotto una filosofia basata sulla meritocrazia, facendo capire che nessuno è intoccabile e che le gerarchie tradizionali non valgono più: a determinare chi gioca sono rendimento e atteggiamento, non lo status.
Le rotazioni che parlano chiaro
Nella trasferta di Oviedo il nuovo allenatore ha sorpreso tutti con quattro cambi rispetto all’esordio in campionato: fuori Militao, Alexander-Arnold, Vinícius e Brahim, dentro Carvajal, Rudiger, Rodrygo e il giovane Mastantuono. Un segnale diretto a tutta la rosa: non ci sono comfort zone.
Il caso più emblematico è quello di Vinícius. Con Ancelotti il brasiliano era una presenza fissa nell’undici titolare, anche nei momenti di calo. Con Xabi, invece, ha già conosciuto la panchina e ha dovuto guadagnarsi spazio subentrando. La sua risposta è stata positiva, con un assist e un gol, ma il messaggio resta chiaro: nessuno ha la garanzia del posto.
Una rivoluzione silenziosa
Il nuovo tecnico ha trasmesso un’identità precisa: pressing alto, intensità e disciplina. Il Real Madrid appare più aggressivo senza palla e più collettivo con il pallone, con la responsabilità condivisa tra tutti i giocatori. La rotazione costante, già sperimentata con successo al Leverkusen, diventa così uno strumento non solo per dare riposo, ma soprattutto per mantenere tutti coinvolti e motivati.
Questa impostazione riduce i privilegi dei cosiddetti “intoccabili” e riattiva calciatori che negli ultimi anni avevano avuto un ruolo marginale. Allo stesso tempo, chi non si adegua viene progressivamente messo da parte, come nel caso di alcuni elementi che sembrano già fuori dal progetto tecnico.
I nuovi punti fermi
Se Mbappé in attacco e Courtois in porta restano i due veri intoccabili, emergono anche figure che Xabi considera centrali nel suo progetto: Huijsen come leader della difesa, Carreras sulla fascia sinistra, Tchouameni in cabina di regia, Arda Güler come creatore di gioco e Valverde come motore instancabile. Tuttavia, anche questi possono conoscere la panchina: la meritocrazia non ammette eccezioni.
Conseguenze sul mercato
Il nuovo corso ha effetti anche sulle dinamiche di spogliatoio e di mercato. Alcuni giocatori, come Ceballos o Mendy, sembrano già con un piede fuori: il primo ha lanciato messaggi enigmatici sul futuro, il secondo è in attesa di una destinazione. Per altri, come Rodrygo, il minutaggio ritrovato potrebbe essere anche una vetrina in vista di offerte importanti.
Conclusione
Xabi Alonso non ha perso tempo: ha smantellato la vecchia logica delle gerarchie consolidate e ha riportato la competizione interna come motore del Real Madrid. Una “rivoluzione silenziosa” che scuote lo spogliatoio e manda un messaggio inequivocabile: chi vuole giocare, deve dimostrarlo sul campo.