Lo scorso maggio il Congresso della Fifa ha votato sì allo studio di fattibilità dei Mondiali ogni due anni. Ma la Uefa ha bocciato l’idea, ucciderebbe l’Europeo e ingolferebbe il calendario internazionale. Oggi a Nyon si ritrovano le componenti del calcio, Uefa, Eca, agenti, tifosi, non la Fifa, per discutere del nuovo Fair Play Finanziario.
Il presidente della Fifa Infantino vuole il Mondiale ogni due anni perché ha solo quella competizione, oltre al Mondiale per Club. Ceferin e la Uefa, con la Conmebol (la confederazione sudamericana), provano a resistergli. Le confederazioni di Asia, Africa, Oceania e America del Nord insieme possono far approvare il progetto.
La politica è il primo campo di battaglia. La naufragata Superlega ha spostato gli equilibri con Ceferin che ha fatto asse con Inghilterra, Francia e Germania. Gli interessi di Ceferin e Al-Khelaifi, presidente del Psg e dell’Eca, si intrecciano. Il Qatar gioca su più tavoli e il dialogo lo tiene aperto anche con la Fifa. Tra poco più di un anno ospiterà il Mondiale 2022, torneo sotto l’egida dei presidente Infantino, vicino all’Arabia Saudita, altro grande finanziatore che ha da poco riaperto i rapporti con il Qatar. Gli arabi sono favorevoli alla Superlega, molti dei soldi sarebbero venuti dal Golfo, e al Mondiale biennale. Ceferin rischia e lo sa. L’appoggio del Qatar potrebbe finire dopo il Mondiale, la sua permanenza all’Uefa è legata alla Corte di Giustizia dell’Unione Europea, chiamata a dare un parere vincolante sul caso Superlega.