Al primo match point disponibile. Il Real Madrid batte 2 a 1 il Villareal al Bernabeu e si laurea campione di Spagna per la 34esima volta. Ovviamente ai danni della rivale di sempre, il Barcellona di Lionel Messi, battuto al Camp Nou dall’Osasuna e sprofondato a -7 con una sola giornata ancora da giocare. È il primo titolo del post-Cristiano Ronaldo per i Blancos. Per Zinedine Zidane invece si tratta del secondo trionfo da allenatore dopo quello del 2016/2017. A decidere la sfida contro il Villareal (la decima vittoria consecutiva) è stata una doppietta di Karim Benzema. E non poteva essere altrimenti. Il franco-algerino è stato infatti l’autentico trascinatore di questa stagione e l’ispirato di una rimonta sorprendente. Quella appena conquistata è senza dubbio la “sua” Liga.
Secondo miglior attacco del campionato, con 68 gol; miglior difesa di Spagna, con 23 reti subite. Per intenderci, 3 in meno dell’Atletico Madrid: è qui che il fuoriclasse si fonda allo stratega italiano. Solo 3, le sconfitte: una col Maiorca a ottobre, due tra fine febbraio e marzo, contro Levante e Betis. Ma in mezzo ai 2 ko, la vittoria più importante di tutte: quella contro il Barcellona. Il 2-0 del primo marzo, con reti di Vinicius e Mariano Diaz, è stato fondamentale per accorciare e prendere consapevolezza e, poi, il volo dopo il lockdown. Sì, perché post Covid, tra trasferte a porte chiuse e partite casalinghe giocate nel giardino di Valdebebas, le Merengues le hanno vinte tutte: 10 su 10.
Florentino Perez è raggiante. Il presidente delle merengues ha elogiato pubblicamente tutti i principali protagonisti del trionfo blancos, spendendo parole speciali per Zinedine Zidane definito “una benedizione dal cielo”. Ha poi aggiunto: “Oggi devo complimentarmi con tutti i giocatori, soprattutto Karim, il portiere e Sergio Ramosi il capitano. Hanno formato un gruppo vincente. Volevamo vincere la Liga e così abbiamo fatto”.