Festa grande in città: tantissimi i tifosi che si sono riversati in strada armati di bandiere a bordo di auto, scooter o semplicemente a piedi per scatenare la gioia dopo il fischio finale che ha decretato il ritorno del Benevento in serie A.
Grazie alla vittoria 1-0 contro la Juve Stabia firmata da Sau, la squadra di Pippo Inzaghi stabilisce un altro primato, eguagliando l’Ascoli 1977-78, promosso alla 31ª nell’era dei due punti a vittoria. Si chiude così una stagione epica, che la squadra giallorossa ha dominato giocando un calcio bello, efficace e solido, che ha coniugato la straordinaria solidità difensiva alla capacità di mettere in campo, tutti insieme, i giocatori dalla maggiore propensione offensiva di una rosa incredibilmente ricca di talento e personalità.
La marcia trionfale dei ragazzi di Inzaghi (23 vittorie, 7 pareggi e 1 sconfitta) è innanzitutto una rivincita: l’ex bomber era reduce dalla difficile stagione con il Bologna in Serie A, il Benevento dalla cocente eliminazione contro il Cittadella nei playoff dello scorso anno. Ora l’obiettivo del tecnico e della società è quello di costruire una squadra in grado di competere in Serie A.
“Due anni fa non avevamo piena coscienza di quanto fosse difficile la Serie A, l’importante è capire gli errori da evitare. Con questi presupposti il Benevento ha la possibilità di diventare il Benevento e non l’Atalanta. I modelli perfetti non vanno imitati, ma superati“, ha detto Vigorito. Da tempo circolano i nomi più disparati per la prossima stagione, ma una cosa è certa: in panchina ci sarà ancora Inzaghi.
“Vigorito mi aveva chiamato due anni fa ma attendevo un’altra offerta. Però gli avevo promesso che sarei venuto per vincere il campionato: sono stato di parola. Il mio merito è stato quello di averci creduto e aver caricato questa meravigliosa squadra”, svela Inzaghi subito dopo la vittoria.