La Coppa Italia cambia pelle, ma solo per le semifinali e la finale. Il Consiglio di Lega ha deciso che non si terranno gli eventuali tempi supplementari. Per quanto riguarda le semifinali, “risultando pari anche il numero di reti segnate in trasferta, l’arbitro provvede a far battere i calci di rigore, con le modalità previste dal Regolamento del Giuoco del Calcio”, si legge sul documento che porta la firma del presidente Dal Pino. Per la finale, invece, “si aggiudica la competizione la squadra che segna il maggior numero di reti. Risultando pari il numero di reti segnate, l’arbitro provvede a far battere i calci di rigore”.
Perché questo cambiamento in corsa? C’è una motivazione specifica e fa riferimento al momento particolare che ha vissuto (e sta vivendo) il calcio italiano a causa dell’emergenza sanitaria provocata dalla pandemia. La necessità di portare a termine la stagione ha costretto club e calciatori a un calendario serrato così da coprire entro la fine di luglio le partite in calendario per il trofeo tricolore (le qualificazioni e la finale del 17 giugno) e per il campionato (20 e 21 giugno i 4 recuperi, poi riprenderà il torneo regolare). Per evitare ulteriore stress fisico agli atleti e diminuire il rischio d’infortuni si è deciso di accorciare i tempi delle gare e passare direttamente ai tiri dal dischetto per stabilire le qualificate.
Le novità non finiscono qui perché la Lega Serie A ha ufficializzato tramite una nota sul proprio sito ufficiale che, prima delle partite, sarà svolto un minuto di raccoglimento con le squadre al centro del campo per applaudire i medici. Sarà questo il gesto di omaggio del calcio italiano, prima delle semifinali di Coppa Italia, nel ricordo delle vittime del Coronavirus e in omaggio a quanti si sono battuti per combattere la pandemia e curare i malati.