Nell’intervista su Sky dell’immediato dopopartita, Conte si scaglia contro la giornalista Anna Billò e prende per i fondelli Fabio Capello che gli domanda perchè non avesse previsto un “piano B” nel caso lo Shakhtar si fosse chiuso a riccio.
Non accetta critiche il tecnico dei nerazzurri per il quale “i ragazzi hanno dato tutto” e per cui solo la sfortuna ha inciso. Non contento, Conte precisa che addirittura gli ucraini hanno cambiato modo di giocare per incontrare l’Inter.
Insomma, la fiera dell’ovvio condita da reazioni scomposte e decisamente poco educate soltanto parzialmente giustificabili con l’adrenalina e la delusione, forte, del fine partita.
Diciamoci la verità: l’Inter di Conte non è mai piaciuta quest’anno, spesso in affanno, a volte vincente di rimonta, raramente al traguardo senza grandi sofferenze. Se lo scorso anno, pur senza incantare, Conte aveva centrato la qualificazione Champions e sfiorato la vittoria in Europa League, quest’anno è già fuori dall’Europa.
L’Inter ha grossi margini di miglioramento, quel che non è dato sapere è se il suo allenatore saprà trovarli.
Del Conte di quest’anno sorprendono proprio i suoi “incartamenti” e non ci riferiamo ai documenti di una pratica burocratica ma a veri e propri “blocchi” che hanno reso l’Inter una squadra piatta e prevedibile: l’esclusione continua e quasi “dispettosa” di Eriksen, l’ossessiva ricerca della sponda di Lukaku per far salire la squadra, il palleggio lento senza sbocchi, la riproposizione di Gagliardini come perno di centrocampo.
Un allenatore che prima della finale di Europa League si era già messo fuori squadra e poi “recuperato” dalla diplomazia e che oggi sembra davvero un corpo estraneo.
Il dubbio di vedere questa rosa condotta da un Simone Inzaghi o anche da un Sarri è venuto a molti compresa la suggestione di un clamoroso ritorno di Gasperini. Una cosa è certa: il campionato è ancora lungo, la Coppa Italia deve ancora cominciare per le grandi della Serie A ma adesso l’Inter è obbligata a ben figurare, a darsi almeno una speranza di lotta sino alla fine, accompagnata dal bel gioco.
Una montagna da scalare, visti i nerazzurri ieri sera.
In questo contesto, un pò di umiltà in più e di rispetto non guasterebbero.