“Stiamo lavorando duramente per arrivare ad un calendario accettabile per questa stagione, ma oggettivamente stiamo vivendo una situazione estremamente complessa”. A parlare è il presidente dell’Atp, Andrea Gaudenzi, che guarda con preoccupazione alla situazione dei contagi negli Stati Uniti, dove tra poco più di un mese sono previsti tornei importanti come il Masters 1000 di Cincinnati e lo US Open. “Per l’Open pensiamo di avere una risposta definitiva entro fine luglio – ha detto Gaudenzi – ma sappiamo come a New York lo scenario sia complicato”.
“Come Atp abbiamo sviluppato un protocollo molto rigido di ben 70 pagine ma abbiamo difficoltà esponenzialmente più grandi rispetto agli altri mondi – ha spiegato sempre il presidente. Noi siamo internazionali, con protagonisti che arrivano da ogni parte del mondo. A questi si lega la possibile quarantena che bloccherebbe un giocatore per 14 giorni in ingresso o uscita da un Paese. Se poi decidessimo di andare avanti con gli eventi non potremmo non procedere anche se si trovasse un positivo. Dovremmo isolarlo e andare avanti ma come fare? Proprio per questo motivo ribadisco che abbiamo mille difficoltà”.
In ballo, in realtà, non ci sono gli Us Open, ma tutti i tornei inseriti in un calendario fittissimo che dovrebbe partire il 14 agosto con l’Atp 500 di Washinton e poi continuare, senza settimane di riposo, con il Masters 1000 di Cincinnati (ma trasferito a Flushing Meadows), gli Us Open, Kitzbuhel, il Masters 1000 di Madrid, gli Internazionali d’Italia e il Roland Garros. Kitzbuhel, prima tappa europea del (molto provvisorio) calendario, è programmato durante la seconda settimana del torneo newyorchese, e Madrid inizierebbe il giorno della finale degli Open: una congestione di eventi che ha fatto storcere il naso a molti dei più forti. Tutto però a oggi rimane appeso ai bollettini Covid e alle decisioni dei vari governi.