Tantissimo si è parlato in questi giorni della SuperLeague. Uno dei promotori principali, Florentino Perez (Presidente del Real Madrid), 72 ore fa, in un’intervista rilasciata al programma spagnolo “El Chiringuito”, affermava come l’accordo che legava i club fondatori alla SuperLeague fosse vincolante: «Abbiamo firmato tutti Sabato. Qualcuno potrebbe andarsene? No, è vincolante. Non se ne vanno. Negozieremo tutti insieme. Agli inglesi che sono i più arrabbiati perché pensano che la Premier stia per scomparire: lo ha detto chi non vuole perdere i propri privilegi», diceva Perez.
Parole che appaiono anacronistiche se rilette ora, nonostante non siano passate neanche tre giorni, ma con il progetto Superlega già naufragato. Eppure, il tema di una “exit clause” (clausola d’uscita) per i club coinvolti nella Superlega era parte dell’accordo, come rivelano i dettagli pubblicati dal Financial Times.
Il quotidiano economico-finanziario inglese ha spiegato che i 12 club fondatori della Superlega avevano concordato le cosiddette “clausole di uscita”, progettate per mantenerli nella competizione una volta raccolti i soldi per finanziare il progetto. Come parte di queste clausole, i club avevano deciso di non abbandonare la loro nuova competizione prima di Giugno 2025 e da allora in poi avrebbero dovuto comunicare l’eventuale volontà di lasciare il torneo almeno con una stagione in anticipo.
In quest’ottica, i club sarebbero stati tenuti a rimborsare parte della “sovvenzione infrastrutturale” iniziale, i 3,25 miliardi di euro destinati a essere suddivisi tra i club fondatori della Superlega e ottenuti tramite un finanziamento da parte di JP Morgan.
Secondo il Financial Times permangono ad oggi dei rischi legali per i club, stante il progetto che è già fallito. Secondo alcune fonti accreditate, le 12 società che hanno accettato di partecipare hanno firmato contratti vincolanti. I restanti club della Superlega potrebbero dunque citare in giudizio coloro che sono ad oggi uscite nel tentativo di far rispettare l’accordo, anche se non è chiaro quali siano le eventuali responsabilità per i singoli club.
Di certo, è un nodo, l’ennesimo, che si dovrà dirimere.