Il futuro bussa alle porte del Globe Life Field, il nuovo stadio dei Texas Rangers nella città di Arlington, con la squadra che cambia casa dopo 26 stagioni. Un avvenimento significativo dal punto di vista sportivo e architettonico, ma ridimensionato per via della pandemia che proprio in queste ultime settimane ha registrato un’impennata dei casi nel paese americano. Nella partita inaugurale contro i Colorado Rockies, lo stadio ha finalmente aperto ai giocatori, ma per l’accesso di tifosi sarà necessario aspettare, in una stagione che ha già visto il taglio di 102 partite a causa del Covid-19. Lo stadio dal costo complessivo di 1,2 miliardi di dollari (circa 1,02 miliardi di euro) al quale ha lavorato per oltre quattro anni l’architetto Fred Ortiz è un esperimento futuristico che vuole andare oltre la tendenza retrò degli ultimi anni.
Per questo progetto prevale nettamente una linea avanguardista, realizzata in una grande realtà come lo stadio dei Rangers. Il tocco è classico, con le alte arcate a mattoncini, ma l’impianto è completamente di nuova generazione, con le pareti asimmetriche e gli schermi giganti collocati sopra gli spalti, alle quali sono collocate suite di lusso e aree riservate. Gli ingressi che portano agli oltre 44mila posti a sedere, fra i quali un’intera tribuna vip con poltrone supercomode, sono enormi e maestosi, ma una delle principali novità è rappresentata dai 223 pannelli trasparenti che compongono il tetto mobile. Quest’ultimo non servirà solo in caso di pioggia e per far entrare comunque la luce naturale del giorno, ma anche per proteggere atleti e tifosi dal caldo texano. Grazie a una struttura ben congeniata sembra possibile ricreare un’escursione termica in grado di arrivare anche a 20 gradi di differenza.
L’opera potrà essere un esempio anche per il calcio europeo, soprattutto in Italia, dove cresce la necessità di rinnovare e ricostruire gli stadi seguendo una direzione che porti lo spettatore al centro e che rifletta sport come il calcio non solo come un interesse per gli addetti ai lavori, ma come intrattenimento per un pubblico sempre più ampio e generalista.