La riunione tra i giocatori rimasti nella bolla che si è svolta nella serata americana di mercoledì, a poche ore dalla decisione dei Milwaukee Bucks di non scendere in campo per gara-5 contro gli Orlando Magic, è stata descritta da molti come “tesa” e “piena di emozioni”, per alcuni addirittura “caotica”. Piano piano stanno cominciando ad emergere i dettagli di quanto successo, con diversi retroscena raccontati. Secondo quanto scritto, in molti erano frustrati dal fatto che i Bucks avessero deciso di muoversi per conto loro senza consultarsi prima con i loro colleghi, e senza avvisare neanche gli avversari degli Orlando Magic.
Nessuno ha criticato la loro scelta di boicottare la partita — anzi, è stato proprio il fatto che anche gli altri non abbiano potuto unirsi alla loro decisione per sostenerli a creare tensione, con i giocatori delle altre squadre (Rockets, Thunder, Lakers e Blazers) che hanno dovuto improvvisare e unirsi al boicottaggio senza avere bene un piano in mente. Secondo l’opinione di LeBron James in particolare, la scelta dei Bucks li aveva lasciati in una situazione senza via di uscita (una “no-win situation”), senza un piano chiaro su dove volesse portare la protesta e quali richieste dovessero essere fatte.
Il capo della NBPA ha preso la parola per spiegare dettagliatamente le conseguenze economiche di una possibile cancellazione della stagione, che avrebbe portato come minimo alla decurtazione del 25/30% di ciascuno stipendio e con ogni probabilità a un lockout per la prossima stagione.
La riunione è andata avanti per tre ore in un clima emotivamente molto pesante e alle 23:00 i giocatori hanno deciso di dormirci sopra, anche per far sbollire la tensione. Secondo quanto riportato le discussioni tra i giocatori più importanti, sono andate avanti fino a notte fonda, ma alla riunione del mattino c’era una squadra mancante — i Los Angeles Lakers.
Dalle ultime notizie, sembrerebbe che il sindacato degli atleti, guidato da Chris Paul e Andre Igoudala, sia riuscito a ricomporre la situazione dopo questa prima spaccatura. Anche nella notte tra giovedì e venerdì nessuna partita, forse si ricomincerà sabato. Si cerca il pieno appoggio di proprietari e lega a qualsiasi forma di protesta dovesse essere portata davanti alle telecamere durante i playoff. Trump asserisce: “La Nba è diventata un’organizzazione politica”.