Crescere con dei miti e seguire i propri idoli è l’inizio di un sogno che ogni uomo porta dentro di sé sin da bambino.
Da appassionata di motorsport e film d’animazione, nella lista delle pellicole che apprezzo di più c’è sicuramente Cars-Motori Ruggenti, un vero capolavoro Disney.
Avendo visto il film da bambina, sono cresciuta con il mito di Saetta McQueen, l’auto da corsa protagonista di mille avventure ad alta velocità.
Quando, quasi per caso, sono entrata in contatto con la storia di un pilota che condivide con me il suo idolo d’infanzia, non ho potuto fare altro che chiedere lui di rispondere alle mie curiosità riguardo la sua carriera.
Il suo nome è Nicoló Rocca e corre per la Nascar Euro Series.
Quello che mi ha colpito di più della tua storia è la passione per il film Cars-Motori Ruggenti, che ti ha portato ad intraprendere la carriera da pilota… Quanti anni avevi quando hai visto il cartone animato? Avevi già un altro progetto per il tuo futuro?
Cars è uscito quando avevo più o meno 10 anni, avevo da poco iniziato a correre in go kart e stavo iniziando a scoprire il mondo più da vicino. In quel momento non avevo altri progetti ma la passione per il Motorsport c’è sempre stata, fare qualcosa in quel mondo è sempre stato un obbiettivo.
Uno dei temi principali del film è la sfida tra piloti emergenti: i cosiddetti “rookie” e i veterani che hanno già alle spalle anni di esperienza. Cosa pensi riguardo a questo argomento? Secondo te, quanto è importante dare fiducia ai piloti giovani?
Bella domanda, sicuramente essere giovani e spensierati aiuta nel Motorsport, specialmente per quanto riguardo la velocità pura, che spesso è difficile da eguagliare per i piloti con piu anni alle spalle. Ma gli anni di esperienza portano anche tanti benefici, dal saper ottimizzare il set up a saper meglio gestire i momenti cruciali dei campionati. In generale, penso che sia importante per un pilota giovane crescere con a fianco qualcuno con più esperienza, e se il talento viene dimostrato, si deve sicuramente lasciare spazio!
Il film è ambientato in luoghi simbolo degli USA, dalla natura incontaminata dell’Arizona alla cittadina della Route 66. Hai mai visitato quei luoghi? Ti piacerebbe farlo ora che il tuo sogno di diventare come il protagonista Saetta McQueen è diventato realtà?
No purtroppo non sono mai stato in Arizona, ma in generale sono sempre stato molto attratto dall’America e dalla sua cultura e sono stato varie volte.
Mi piacerebbe visitare quelle zone di sicuro!
Ogni film che si rispetti, Cars compreso, ha una colonna sonora. Qual è la canzone che rappresenta meglio il “film” della tua carriera?
Non ho mai pensato ad una canzone che potesse descrivere la mia carriera, ma la musica è super importante per me, specialmente nei momenti prima di entrare in macchina. Ascolto tanta techno, mi piace l’energia che trasmette, quindi ti direi Part One – Paul Kalkbrenner.
In Italia la competizione automobilistica più seguita è la Formula 1. La maggior parte dei bambini cresce con il sogno di guidare la Ferrari del proprio idolo. Cosa ti ha spinto a non intraprendere la carriera come pilota di monoposto e a preferire la Nascar Euro Series?
La Formula 1 è sempre stata un sogno, ma sin dalla tenera età era ben chiaro che gli investimenti per raggiungerla erano impossibili da intraprendere. Quindi, vista la mia passione per cars e per l’America, concentrarsi sulla Nascar è stato naturale ed un ripiego di lusso.
Qual è la tua scuderia del cuore in F1?
Non ho una scuderia del cuore, ho sempre supportato piloti. Prima Hakkinen, poi Montoya, Alonso e Hamilton sono stati i miei preferiti in F1.
In diverse occasioni hai dichiarato di seguire la F1 e di amare il motorsport in generale. Se potessi gareggiare con un pilota che ha fatto la storia delle competizioni, chi sarebbe? E perché?
Wow ce ne sono così tanti! Ma se ne devo scegliere uno, essere in pista, con qualunque tipo di vettura, con Ayrton Senna sarebbe incredibile. Oltre il suo immenso talento sono sempre stato attratto dalla spiritualità e profondità di Ayrton, in cui in un certo senso mi ritrovo.
Quindi venero la sua figura da sempre ( e tra l’altro sono anche appassionato della cultura Braziliana).
Se, in futuro, dovessi abbandonare il mondo delle corse, ti piacerebbe continuare a lavorare nel panorama dei motori? Se sì, cosa vorresti fare?
Si certo, mi piacerebbe lavorare nel mondo del corse anche senza correre. Essere team manager è qualcosa che mi ispira sicuramente, non è un lavoro facile e deve essere difficile essere a stretto contatto con le vetture senza guidare, ma sarebbe un bel modo per rimanere nel mondo!
Un grazie speciale va a Nicoló Rocca, per la sua disponibilità nel rispondere a queste domande.
Parlare con un pilota è sempre interessante, poiché si ha la possibilità di scoprire desideri, ambizioni e progetti di qualcuno che è riuscito a realizzare quello che per molti rimane solo un desiderio di bambino.
Così, mentre sono sulla strada verso il mio sogno di diventare una giornalista sportiva, mi convinco sempre di più di star seguendo il percorso giusto, quello che mi porterà al traguardo di una carriera piena di soddisfazioni.
“Ciao ciao” così mi saluta Nicoló Rocca alla fine dell’intervista, con la stessa espressione usata da Saetta McQueen, segno che, nonostante il tempo passi e i sogni che ci hanno visto crescere siano ormai diventati realtà, il bambino che c’è dentro di noi e che ci ha spinti a concretizzarli non si è mai arreso.