Dopo le ultime sconfitte in casa dei Los Angeles Lakers, la qualificazione ai playoff appare sempre più in dubbio, complici anche gli infortuni di Davis e LeBron, arrivati nel corso della stagione. Proprio LeBron James, nell’intervista rilasciata nel post-partita contro i Toronto, ha espresso tutta la sua contrarietà nei confronti del nuovo format NBA che si disputerà dal 18 al 21 maggio e coinvolgerà le squadre che si classificheranno dalla 7° posizione alla 10° in ciascuna delle due Conference.
Ma cosa sono i Play-In esattamente? Dal 18 al 21 maggio la NBA giocherà per la prima volta nel suo formato esteso il torneo di play-in, per decidere le teste di serie numero 7 e 8 in ciascuna della due conference, nel tabellone principale dei play-off NBA. Un formato inedito, sperimentato in forma minore lo scorso anno nella bolla di Orlando e che la lega ha deciso di implementare dalla sua stagione 2020\21 per rendere più incerta la corsa ai playoffs e per aumentare il numero di partite di stagione regolare, che la pandemia e l’inizio in ritardo dell’annata hanno costretto a tagliare a 72, invece del classico numero di 82.
Infatti, le critiche arrivano quasi sempre dalle squadre in corsa play-off, a ridosso della 6° posizione, che hanno un piccolo calo di rendimento, cosa che nell’infinita stagione NBA capita quasi sempre.
I californiani hanno ancora otto partite da giocare nella stagione regolare, ma le prossime quattro sono contro alcune delle migliori squadre della Western Conference: Denver Nuggets, Los Angeles Clippers, Portland Trail Blazers e Phoenix Suns. Per rendere le cose ancor più complicate per i Lakers, James ha terminato il match con i Toronto Raptors con un dolore alla caviglia destra, lo stesso che lo ha recentemente costretto a 20 partite di stop.
James, lo ricordiamo, non è l’unico ad aver criticato il play-in: anche il proprietario dei Dallas Mavericks, Mark Cuban e la star della franchigia texana, Luka Doncic, hanno espresso preoccupazione per il reinserimento di questo formato.