Ai microfoni di Sky Sport, torna a parlare Antonio Conte alla guida del Tottenham da un paio di mesi.
- È felice in questa nuova avventura inglese?
“Sicuramente sono felice per il modo in cui stiamo lavorando, sono felice delle infrastrutture che ho trovato. Stiamo cercando di lavorare in maniera importante per migliorare sotto tanti punti di vista: calcistico, caratteriale, tecnico e tattico. Penso che la nostra crescita passi da quella di ogni singolo giocatore. Stiamo facendo tanto e mi sto rendendo conto, stando dentro la situazione, che ci vorrà tempo e pazienza. Ci sono tanti calciatori giovani, anche alla prima esperienza in Premier, che hanno bisogno di fare esperienza e far crescere il loro livello.”
- Lei è un maestro in questo: come si trasmette carattere a una squadra?
“La prima cosa da trasmettere alle squadre credo siano le conoscenze calcistiche. Se tu hai conoscenze calcistiche, queste ti rendono forte. Ti danno forza e personalità. A livello caratteriale questa è una squadra su cui stiamo lavorando; lavoro quotidiano, psicologico, per provare a far crescere individualmente ogni giocatore. Il livello dei calciatori deve aumentare, qui secondo me c’è da lavorare tanto ma sappiamo che ci sono ampi spazi per migliorare.”
- Tra la sua prima Inter e questo Tottenham, c’è qualcosa di simile?
“È sempre difficile fare paragoni. Quando arrivi in una squadra che non vince da tanto tempo è inevitabile che la fiducia manchi. ‘The confidence’. Tante volte al primo ostacolo ti butti giù e la negatività aumenta. Certe volte prendi dei gol che fatichi ad accettare. Ecco, a noi sta succedendo questo nell’ultimo periodo. Ma fa parte di un processo di una squadra che deve ancora crescere tanto per provare a essere competitiva. In questo momento siamo una delle tante squadre che stanno nel mezzo. Abbiamo bisogno di lavorare tanto, ma a me non spaventa assolutamente. Una situazione rispetto al passato per me molto differente per prospettive, ambizioni e capacità di lottare subito per vincere.”
- Se ne è reso conto adesso o all’inizio?
“Quando sei al di fuori non puoi mai fare delle valutazioni esatte. Poi subentrare ad anno in corso non è mai semplice. L’ho fatto solo una volta (al Bari nel 2007, ndr) e mi ero ripromesso di non farlo più. Poi c’è la voglia, il desiderio di mettersi sempre in discussione anche in situazioni molto difficili come poteva essere questa del Tottenham, perché sono tanti anni che il Tottenham è nel mezzo della classifica. Però questo non mi ha spaventato; ho intravisto delle situazioni che potevano essere sviluppate. Poi quando entri dentro la situazione capisci meglio tutte le difficoltà. A gennaio ad esempio sono andati via quattro giocatori importanti per il Tottenham e ne sono arrivati due. Quindi, anche numericamente, invece di rinforzarti potresti esserti sulla carta indebolito. Poi sono state fatte delle precise scelte per tanti motivi.“
- Ultima cosa: chi vince lo scudetto?
“Lo vince l’Inter.”