Sono attese novità di formazione nell’Italia di Mancini che venerdì affronterà a Monaco di Baviera il Belgio. Soprattutto perché i quarti sono stati conquistati proprio con gli aggiustamenti in corsa del tecnico azzurro. Una scossa non soltanto tattica. La storia azzurra insegna che l’eccessiva gratitudine a volte costa cara. Lippi nel 2010 e Prandelli nel 2014 lo sanno. Qualche intervento potrebbe essere utile, in fondo parliamo di una Nazionale dai ventisei titolari. Oltre a Chiesa, quelli in lista d’attesa sono Locatelli, Pessina e Belotti. Dopo mezzo torneo, si può ammettere che Barella sia in riserva d’energie, la generosità totale con l’Inter l’ha sfiancato. Gli manca lo spunto che da centrocampista lo trasformava in Superman e l’intervento duro di Arnautovic a inizio gara contro l’Austria lo ha condizionato. La fortuna e la bravura di Mancini consistono nell’aver trovato in Pessina un incursore con meno furore agonistico, ma il potere di equilibrare la squadra e legare i reparti come pochi. In più, la grande facilità di fare goal (già due decisivi all’Europeo). Non sente l’emozione. Difficile ora tenerlo fuori. Pessina è anche il più polivalente dei mediani: sembra impensabile tenerlo fuori contro il Belgio.
In difesa potrebbe toccare a Chiellini, solo se al top fisicamente. Il difensore toscano è l’unico che può arginare lo strapotere fisico di Lukaku. Se non ce la farà spazio sempre ad Acerbi che fin qui ha fatto bene. In avanti possibile staffetta con Belotti che potrebbe partire dal 1’ ed eventualmente Immobile a subentrare a gara in corso. Sono ancora supposizioni perché mancano tre giorni alla partita e molto può accadere. Tra l’altro, nella disamina globale, bisognerà valutare la formazione del Belgio con De Bruyne e Hazard usciti malconci dalla sfida contro il Portogallo.