Lo ritroveremo nell’ennesimo revival, un match esibizione da 105 anni in due: il Tyson di 54 anni e Roy Jones jr. (51 anni). L’esibizione, non match, è stata fissata per il 28 novembre e andrà in scena allo Staples Center di Los Angeles. Roy Jones jr. diffida: «L’organizzatore non potrà controllare Tyson sul ring. Dovrò difendermi come fossi in una sfida vera».
Del resto la boxe ci ha abituato a ultraquarantenni a caccia di mondiali: George Foreman a 45 anni, Archie Moore a 48. C’è, poi, chi ha combattuto fino ai 60 anni: Saoul Mamby, ex campione mondiale welter jr., un reduce della guerra in Vietnam, perse l’ultimo match tre mesi prima di compierne 61. E morì a 72 anni. Ora vediamo SuperMike, con fisico da mettere invidia: i filmati dell’allenamento inviati dal marketing, dove è involontariamente un maestro, lo mostrano piroettante come quel mister muscolo che mandava gambe all’aria gli avversari.
Il fisico pieno di bitorzoli, sagome di muscoli, residui di ferite, segni di una geografia dell’età, quadricipiti scavati, orecchie più accartocciate che mai, c’è ancora la tartaruga degli addominali. I pugni quelli no, non subiscono usura: il colpo del ko non ti lascerà. Come i calzoncini neri che sono la sua maglia. Veder allenarsi Iron Mike fa intendere che c’è qualcosa ancora di antico.
Ora, invece, lo aspettano tutti, con ansia, impazienza, curiosità, interessi economici e televisivi, voglia del brivido, per uno scopo benefico: devolverà l’ingaggio a comunità dedite al recupero dei giovani meno fortunati. Saranno 8 riprese per due minuti l’una (e non i rituali tre) appunto contro Roy Jones jr., tre anni in meno e due cm in più di altezza, campione di onorato pedigrèe costruito tra il 1990 e il 2000: 4 cinture mondiali in 4 diverse categorie, dai medi ai massimi, che è una bella scalata. Roy Jones ha smesso nel 2018 dopo 66 successi, 47 per ko, e 9 sconfitte.