È possibile commuoversi leggendo le parole di un pilota di Formula 1? La risposta è sì!
In questi giorni Pierre Gasly, pilota della scuderia Alfa Tauri ha scritto una lettera a cuore aperto al suo amico Anthoine Hubert, scomparso due anni fa a seguito di un incidente sul circuito di Spa mentre correva una gara di Formula 2.
Le parole del francese sono stata pubblicate da “The Players Tribune”, un sito sportivo che si è occupato di trascrivere fedelmente ogni singola virgola nata dalla penna del numero 10 della scuderia italiana.
L’articolo, pubblicato sotto il titolo “You Want to Know the Real Pierre?”, ha catturato l’attenzione di appassionati e non solo e, in poco tempo, è stato commentato e condiviso dai numerosi sostenitori del pilota.
Gasly ha iniziato la sua lettera con un’importante dichiarazione:
“C’è quello che hai sentito, quello che hai letto, quello che pensi di sapere. Poi c’è la verità. Vera, innegabile verità. E ti prometto: in questa storia ti dirò la verità. […] Per capire veramente chi sono, dobbiamo parlare del giorno in cui la mia vita è cambiata per sempre.”
Pierre Gasly
Il giovane francese si riferisce al 31 Agosto 2019, data del terribile incidente che ha coinvolto Anthoine Hubert, uno dei suoi più cari amici. Entrambi francesi, i due piloti si sono conosciuti quando correvano insieme nei kart. Gasly ha raccontato che Anthoine era il ragazzo più veloce del Paese, l’avversario che tutti temevano in pista. Nella sua immaginazione era il giovane dal “casco arancione”, e anche Pierre sapeva che la gara sarebbe stata più difficile se a correre per la vittoria c’era anche lui.
I due hanno stretto amicizia solo all’età di 13 anni, quando la federazione di corse francese avviò un programma scolastico a Le Mans per i bambini che saltavano spesso la scuola perché stavano gareggiando con i kart ad alto livello. Pierre e Anthoine si sono trasferiti in un campus lontano da casa per studiare e contemporaneamente continuare a correre.
I due hanno stretto un rapporto fraterno, sostenendosi a vicenda e senza mai smettere di lottare per i loro sogni, anche quando nessuno sembrava credere in loro.
“Il loro dubbio e la nostra convinzione ci legavano. Sapevamo entrambi che tipo di sacrifici avevamo fatto, che le nostre famiglie avevano fatto, per portarci dove eravamo. Se devo essere completamente onesto, penso che, in fondo, Anthoine ed io pensavamo entrambi che non ce l’avremmo fatta. Le probabilità non erano davvero a nostro favore. Avevamo talento, passione, ma non avevamo un grande sostegno finanziario o nessuna delle altre risorse di cui spesso hai bisogno per darti una possibilità per un posto.”
Pierre Gasly
Gasly ha descritto il momento in cui ha appreso la tragica notizia poco dopo aver effettuato il rapporto pre-gara con la Toro Rosso.
“Sono corso nell’area dell’ospitalità per vedere i miei genitori e la mia ragazza perché sapevo che avrebbero avuto maggiori informazioni. Ricordo di essere sceso dalle scale e di averli visti singhiozzare. Ho visto che erano a pezzi. E ho capito cosa significasse.”
Pierre Gasly
Il pilota ha inoltre ricordato l’ultimo momento felice trascorso con l’amico: i due si sono visti un mese prima del tragico evento a Budapest. Dopo il Gran Premio d’Ungheria, Pierre e Anthoine sono usciti insieme e hanno condiviso quello che ora è l’ultimo ricordo che Gasly porta con sé.
In quel periodo, Pierre si trovava ancora alla Red Bull, seppur la situazione non fosse delle migliori. Proprio prima delle vacanze estive, il giovane francese aveva parlato con Christian Horner, team principal della Red Bull, per chiedergli cosa potesse fare per migliorare nei weekend di gara e se lo potesse osservare più da vicino nei box per dargli dei consigli. Pochi giorni dopo, Helmut Marko, presidente della scuderia, chiamò Pierre per informarlo della sua sostituzione con Alex Albon.
“Dimostragli che si sbagliano. Sii forte, fratello. Dimostrerai loro che meriti il tuo posto in una squadra di alto livello e dimostrerai che si sbagliano.”
Anthoine Hubert
Fu questo il pensiero di Anthoine nei confronti dell’amico in difficoltà, parole che lette ora mettono i brividi.
Il giorno dopo la scomparsa di Anthoine, il numero 10 dell’Alfa Tauri iniziato un nuovo capitolo della sua vita, un capitolo vissuto nel ricordo dell’amico scomparso.
“Quando sono salito in macchina, ho pensato a lui ancora una volta. Ho chiuso gli occhi, ho preso fiato e ho abbassato la visiera. Una volta che ciò accade, questo è il grilletto: entro nella mia zona.”
Pierre Gasly
Gasly ha ammesso di aver vissuto con la “visiterà abbassata” per un anno intero, fino a quando non è tornato sul luogo dell’incidente a Spa. In quel momento, il giovane francese ha ammesso di aver trovato un pezzo di sé e di averlo portato a Monza, dove a trionfato per la prima volta.
La gara nel tempio della velocità è stata speciale, Gasly è salito sul gradino più alto del podio partendo 10º e sfruttando ritiri e penalità degli avversari al meglio.
“Quel giorno a Monza qualcuno stava vegliando su di me. […] E poi ho pensato al ragazzo con il casco arancione. L’ho sentito lì. Sapevo che stava guardando. I suoi sogni erano i miei sogni. I miei sogni erano i suoi sogni. E quel momento era il nostro momento. […] Correre è bello, senza dubbio. Ma amico, di tanto in tanto solleva la visiera e guardati intorno. Goditi quello che hai. Apprezza le persone e l’amore nella tua vita.”
Pierre Gasly
Ha ammesso Gasly ripensando ad Anthoine.
“Sono così fortunato ad essere qui, a fare quello che sto facendo. E sono così fortunato ad aver conosciuto Anthoine Hubert. Porterò i suoi sogni, le sue ambizioni con me ovunque vada. Ti voglio bene, amico.”
Pierre Gasly
Così Pierre Gasly ha concluso la sua commovente lettere ad Anthoine, con una dichiarazione di amore fraterno che supera anche la barriera che divide la vita e la morte.
Anthoine, per il quale Pierre ha “pianto fino a non avere più lacrime” sarà sempre al suo fianco mentre il giovane pilota realizza ciò che ha costruito insieme a lui sin da bambino.
È impossibile non ammirare il coraggio del numero 10 dell’Alpha Tauri, che ha sdoganato l’idea che ognuno di noi ha dei piloti, visti come supereroi invincibili, sottolineando l’aspetto più umano e irrazionale che si porta dentro di sé.
Pierre ha scritto “il nostro sogno ci ha resi amici”, dopo aver letto le sue parole non c’è altro da aggiungere: il rapporto che li lega rimarrà immortale.