Il 2020, si sa, è stato uno degli anni più difficili per tutta l’umanità. Il mondo si è trovato costretto ad affrontare una pandemia globale e ogni aspetto della società ha risentito di questo periodo di stop totale.
Anche la Formula1, come tutti gli sport, ha subito cambiamenti, alti e bassi, per poter tornare sugli schermi a regalare agli spettatori le emozioni che, soprattutto in un momento come questo, sono state davvero gradite.
Dopo la sospensione della tappa australiana del Circus, la stagione è iniziata in Austria, dove il podio ha regalato tre colori diversi: il nero della Mercedes di Bottas, l’arancione della McLaren di Norris e il rosso della Ferrari di Leclerc.
Un podio guadagnato all’ultimo istante che ha il sapore della magia che il numero 16 di Maranello sa regalare ai tifosi anche in un momento non proprio brillante.
È così che la scuderia Rossa affronta una stagione difficile, forse la peggiore degli ultimi anni, senza conquistare neanche una vittoria.
Tra incidenti, guasti al motore ed errori di strategia, le monoposto di Vettel e Leclerc abbandonano più volte gara senza tagliare il traguardo e con l’amaro in bocca davanti all’ennesima occasione sprecata.
La stagione della Rossa si chiude con soli 3 podi: 3º posto di Leclerc in Austria e Inghilterra e 3º posto di Vettel in Turchia.
Per i tifosi, abituati ad accontentasi delle briciole, vedere una tuta rossa sul podio sembra quasi una festa.
Come sempre in questo sport, c’è chi affonda e chi invece trionfa restando sempre in cima alla classifica.
Sto parlando della Mercedes, che ha vinto il titolo costruttori e piloti con Lewis Hamilton. È proprio il pilota inglese il protagonista della stagione appena trascorsa, grazie ad una macchina superiore alle altre e ad un grande talento a trionfare.
È il numero 44 il nuovo uomo dei record: supera Schumacher per numero di vittorie in Portogallo (fino a quel momento 91) e aggiunge un profondo divario al record delle pole position raggiunte, ben 98 contro le 68 del Keiser.
Inoltre, Lewis Hamilton è sulla giusta strada per aggiudicarsi anche il record dei mondiali vinti: lui e il pilota tedesco più famoso al mondo detengono lo stesso numero di titoli, ovvero 7. Riuscirà l’inglese ormai al centro del mondo a battere definitivamente Schumacher?
Seppur un confronto tra due leggende di questo sport sembra quasi un’utopia, sono molti i fans che paragonano il numero 44 al Keiser. I due, tuttavia, hanno vissuto epoche differenti, situazioni diverse e hanno corso con monoposto che non hanno nulla a che vedere l’una con l’altra. Nell’era turbo ibrida, con una Mercedes che vola e una Ferrari sempre più lontana dalle classifiche, con una scarsa competitività delle altre scuderie e dei grossi investimenti alle spalle, è quasi scontato riuscire a portare la monoposto nera sempre in cima alle classifiche. Il talento di Lewis Hamilton è notevole ma, come i tifosi sanno, spesso non è solo quello che determina la vittoria.
Il 2020 è stato anche l’anno in cui si è accesa la scintilla di George Russel. Il pilota della Williams ha sostituito Lewis Hamilton (positivo al COVID-19) nella seconda gara del Bahrein, stupendo il pubblico con il suo grande talento con cui ha tenuto testa ai “veterani” di questo sport.
La gara più emozionante del 2020 è stata indubbiamente quella di Monza. Con le Ferrari fuori dopo pochi giri, la bandiera rossa che ha fermato la gara, Hamilton fermo a causa di una penalità e Max Verstappen ai box, si è accesa la scintilla di quei piloti che scattano dalle retrovie, di coloro che il podio lo hanno guardato solo da lontano con ammirazione.
È a Monza, nel tempio della velocità, che Pierre Gasly ha concretizzato il suo sogno tagliando per primo il traguardo. È così che la storia ha reso giustizia al giovane pilota declassato dalla Red Bull, che ha trionfato davanti agli occhi lucidi di tutta l’Italia. È stato a Monza che il nostro Paese ha davvero vinto: i meccanici dell’Alfa Tauri, scuderia tricolore con sede a Faenza, hanno intonato l’inno a squarciagola mentre Pierre Gasly, francese ma milanese di adozione, alzava il premio al cielo con gli occhi chiusi.
Quest’anno a Monza, nonostante la Ferrari abbia subito un’amara sconfitta a causa di se stessa, l’Italia ha comunque vinto il GP di casa.
Il 2020 è stato l’anno del dominio Mercedes, ma anche uno dei periodi in cui abbiamo visto più colori sul podio: il rosa della Racing Point, l’arancione della McLaren, il giallo della Renault, il bianco dell’Alfa Tauri… Anche i nomi che occupavano le retrovie hanno raggiunto grandi risultati: ne sono un esempio Lando Norris, Sergio Perez, Pierre Gasly, Daniel Ricciardo, Alexander Albon ed Esteban Ocon.
Il 2020 è stato anche un periodo di addii: Sebastian Vettel ha lasciato la Ferrari dopo aver costruito con la Rossa un percorso indimenticabile, Carlos Sainz prenderà il suo posto dopo aver trascorso stagioni intere al fianco di Lando Norris, compagno di squadra e grande amico dello spagnolo. Anche Romain Grosjean abbandonerà questo sport dopo il terrible incidente che lo ha visto protagonista in Bahrein. Un altro addio è quello di Alexander Albon, che con l’arrivo di Perez dovrà salutare il mondo delle corse (almeno per il momento) per diventare terzo pilota della scuderia.
Oggi, mentre il mondo saluta un anno terribile che ha ribaltato le sorti dell’umanità risvegliando antiche paure, la Formula 1 già si prepara per il prossimo anno con un calendario impegnativo e tanti nuovi arrivi (e ritorni) in pista (a breve uscirà un nuovo articolo sulle novità del 2021).
È appena finita una stagione ricca di novità, imprevisti e gare indimenticabili.
È appena finita la mia prima stagione da “blogger”, quella in cui ho raccolto ogni singolo evento ed emozione che questo sport ha saputo regalare in questi mesi incerti.
È appena finita la stagione che abbiamo seguito tutti dal divano di casa, senza assaporare in prima persona l’adrenalina della gara.
Così, alla fine di questo percorso incredibile l’augurio è quello di tornare ad essere lì, a bordo pista, su quei circuiti che oggi sembrano lontani. Perché, come diceva qualcuno che questo sport lo conosceva molto bene:
“Non si può descrivere la passione, la si può solo vivere”
Enzo Ferrari