Giovanni De Carolis è stato sconfitto da Lerrone Richards ai punti nel match che metteva in palio il vacante titolo europeo dei pesi supermedi.
Era stato annunciato dal suo promoter, Davide Buccioni, come un ‘appuntamento con la storia’. D’altra parte l’attesa era notevole e per poter mantenere lo status di sfidante al titolo, De Carolis non ha combattuto per due anni. Una lunga assenza che sul ring si è fatta sentire contro un atleta anagraficamente più giovane. Ma non è stata solo l’età a giocare a vantaggio di Richards. Il pugile inglese, pur costretto come De Carolis a restare fermo a causa della pandemia, aveva già ripreso a combattere lo scorso dicembre.
L’inglese non ha il pugno pesante, ma sciorina una boxe piacevole. Mancino, buon gioco di gambe e mobile sul tronco, spesso ha doppiato il jab destro, colpo con il quale ha controllato le velleità del romano. Contro un pugile di questo tipo, De Carolis doveva cercare di accorciare la distanza. Lo ha fatto raramente, ma quando ci è riuscito non ha supportato il tutto con un accettabile numero di colpi.
“Non ci sono scuse o circostanze da cercare. Complimenti al mio avversario, punto. Quando si vince è tutto un po’ più semplice, nella sconfitta sicuramente no, ma di certo si impara molto” ha riconosciuto con la sua proverbiale signorilità Giovanni De Carolis. “Ora bisogna riflettere” ha commentato Italo Mattioli, storico allenatore del pugile romano e co-fondatore della Team Boxe Roma XI insieme a Luigi Ascani.