Chiuso da poco il sipario sulle Olimpiadi di Tokyo 2020, si riparte con i Giochi Paralimpici, da oggi fino al 5 settembre. Parteciperanno alle Paralimpiadi nipponiche circa 4.400 atleti che, secondo quanto stabilito dagli organizzatori, dovranno sottostare a severe misure di controllo, con test quotidiani e restrizioni di movimento. L’Italia manda in Giappone la cifra record di 113 atleti (+14,14% rispetto a Rio 2016) di 15 discipline, con una presenza femminile (60) superiore a quella maschile (53). I portabandiera bianco-rosso-verde saranno due, Bebe Vio (scherma) e Federico Morlacchi (nuoto). Le discipline in cui l’Italia punta soprattutto sono scherma, nuoto, atletica e ciclismo ma eventuali sorprese potrebbero arrivare, così come ci sono stati gli inattesi trionfi alle Olimpiadi nel salto in alto di Tamberi, l’incredibile sprint nei 100m di Jacobs e la staffetta 4×100 maschile (Desalu, Jacobs, Patta, Tortu).
“Un aspetto dei Giochi che ci sta particolarmente a cuore è la legacy. Ogni Paralimpiade ha sempre rappresentato un passo in avanti nella promozione di una diversa percezione della disabilità” ha scritto in una nota Luca Pancalli, presidente del Comitato italiano paralimpico (Cip). “La grande copertura mediatica delle Paralimpiadi degli ultimi anni ha favorito la nascita di una nuova consapevolezza sul tema della disabilità e stimolato riflessioni preziosissime sia sul ruolo sociale dello sport che sul concetto di abilità”.
Alla conferenza stampa organizzata ieri dal Comitato paralimpico internazionale, assieme ad altre star mondiali era presente anche Bebe Vio, che ha confidato tutta la sua “emozione” per un ritorno alle gare che le mancava da due anni a causa della pandemia di Covid-19: “Sono molto felice di essere qui, mi mancavano troppo le emozioni della competizione”, ha ammesso la campionessa azzurra, dicendosi “un po’ spaventata ma felicissima di tornare a gareggiare”.