La serenità del classe 2003 è spiazzante: dopo aver battuto il numero uno al mondo, che tra l’altro non perdeva agli Australian Open da 33 partite, con il sorriso ha augurato il buongiorno al pubblico italiano che lo seguiva da casa. 6-1, 6-2, 6-7, 6-3, un risultato che da solo basta a descrivere un match fondamentalmente a senso unico dove Jannik ha concesso il suo primo set in questo torneo, al tie break, al numero uno al mondo.
C’è chi parla di impresa, ma le qualità, il talento, la costanza e la potenza del numero 1 azzurro ci inducono a pensare che questa sia solo la prima di una serie di finali slam e che il termine “impresa” appartenga a chi la compie in modo estemporaneo: Sinner è in finale slam, è il primo italiano a riuscirci agli AO e l’impressione è che sia solo la prima di una lunga, lunghissima serie.
Lo ha battuto col sorriso e nel suo terreno, rispondendo colpo su colpo, non mollando mezzo centimetro da fondo e servendo in maniera pressoché perfetta contro la miglior risposta del circuito. Adesso sotto a chi tocca, con il solito sorriso, per scrivere la storia.