Un abbraccio che racconta una rivalità e un’amicizia
Subito dopo il match point, Sinner crolla a terra. Poi si rialza, corre verso la rete e stringe Alcaraz in un abbraccio forte, vero, lungo.
Il pubblico capisce immediatamente che non è un gesto di rito: è la manifestazione di una rivalità feroce ma rispettosa, che i due hanno reso la più bella del tennis moderno.
Lo ha raccontato Jannik con un sorriso:
«Per battere Carlos devi giocare al tuo meglio. È stato durissimo, non ho servito benissimo, ma sono felicissimo».
Sinner raggiunge un livello leggendario
Con il trionfo di oggi, Jannik entra ufficialmente tra i giocatori più dominanti dell’era contemporanea. I numeri della sua impresa parlano chiaro:
- È il quarto giocatore dal 2000 a vincere le Finals due anni di fila.
- È il più giovane dai tempi di Federer (2003-2004) a riuscirci.
- È il primo nella storia a vincere il torneo per due anni consecutivi senza perdere un set.
- Chiude due stagioni di fila con una percentuale di vittorie superiore al 90%, impresa riuscita solo a Borg, Lendl e Federer.
- È il terzo under 25 di sempre a raggiungere tre finali consecutive alle Finals.
- Vince ancora una volta in casa, diventando il secondo giocatore della storia a ottenere due titoli sul suolo nazionale (più di lui solo McEnroe).
- Ha raggiunto la finale senza mai perdere il servizio, cosa che non accadeva dal 2018.
Questa stagione ha consacrato Sinner come un colosso:
finale a tutti e quattro gli Slam, finale alle Finals, dominio contro i top 10, continuità, maturità e zero passi indietro.
Alcaraz: sconfitto, ma protagonista di un anno enorme
Nonostante la sconfitta, Alcaraz chiude un’annata strepitosa:
- È stato il più giovane di sempre a raggiungere la finale di tutti e quattro i grandi livelli del tennis (Slam, Masters 1000, Olimpiadi, Finals).
- Ha superato quota 70 vittorie in stagione.
- Ha chiuso l’anno di nuovo da numero 1 al mondo, impresa riuscita a pochissimi giocatori prima dei 23 anni.
- Insieme a Sinner ha realizzato una serie storica di scontri diretti, con 5 finali nella stessa stagione (record quasi assoluto dell’era Open).
Una rivalità che segnerà un’epoca.
La finale: tennis sulle righe, tensione e qualità assoluta
La partita è stata una battaglia estetica:
scambi perfetti, accelerazioni millimetriche, righe colpite come bersagli, difese impossibili trasformate in attacchi.
Per lunghi tratti è sembrato di vedere il tennis del futuro:
veloce, tecnico, aggressivo, ma con una solidità mentale che solo i grandissimi possiedono.
Sinner ha vinto grazie a:
- una risposta profondissima
- gli anticipi devastanti
- la sicurezza nei momenti caldi
- una calma glaciale che ha fatto la differenza
Alcaraz ha provato a cambiare ritmo, a mischiare le carte, a variare, ma non è bastato.
Le parole di Sinner: emozione e maturità
Sul campo, Jannik parla con sincerità e gratitudine:
«Congratulazioni a Carlos, hai fatto una stagione incredibile.
Grazie al mio staff, contate tantissimo.
E grazie al pubblico: qui mi sento a casa, è come giocare in uno stadio di calcio».
Poi, in conferenza stampa:
«Sono felice perché sono diventato un giocatore più forte.
Il lavoro ha dato i frutti che volevamo.
No, non penso al Grande Slam: sarebbe un errore.
Io e Carlos amici? Sì, sempre. C’è massimo rispetto».
Conclusione: Torino è il suo regno
Jannik Sinner chiude così una stagione leggendaria.
È il nuovo standard del tennis: potenza, precisione, disciplina, cuore.















