È stata una prestazione come poche se ne sono viste, quella dello sloveno “Poggi” che a 100 km dall’arrivo ha praticamente deciso di vincere il Mondiale. Detto, fatto. Pogacar il mondiale l’ha vinto arrivando al traguardo solo, avendo per 51 km pedalato in totale solitudine. E così è entrato nella storia dal momento che dopo il 1974 con Eddy Merckx e il 1987 con Stephen Roche, è il terzo di sempre a vincere nella stessa stagione Giro, Tour e maglia iridata. Pogacar, dicevamo, in questa gara lunga 273,9 km e una fuga di quasi 100, ha pedalato per 51 km in totale solitudine dopo aver staccato anche l’ultimo che era riuscito a tenergli la ruota, ossia il francese Pavel Sivakov, compagno di club alla UAE.
“Non riesco a credere a quello che è appena successo” ha detto Pogacar “dopo una stagione come questa mi sono messo molta pressione addosso per oggi. Forse ho fatto un attacco stupido, ma per fortuna Jan Tratnik era con me. Non era nei piani attaccare con più di 100 chilometri da percorrere. Non so cosa stessi pensando, ma ho dato tutto quello che avevo. Dopo il Giro d’Italia e il Tour de France ho capito che mi potevo concentrare solo su un obiettivo e ho capito che mi dovevo concentrare sul Mondiale”.
Per trovare altre imprese del genere, come quella dello sloveno, bisogna fare un salto nel passato, probabilmente al Mondiale di Imola del ’68 vinto da Vittorio Adorni con un’altra azione da lontanissimo.
Argento, invece per Ben O’Connor che ha portato l’Australia sul podio con un attacco nel finale; poi a completare il podio, per i Paesi Bassi, Mathieu Van der Poel.
Il miglior italiano, nel peggior mondiale per l’Italia, però, è stato Giulio Ciccone, arrivato 25esimo a 6’36 da Pogacar, 43esimo, invece, Lorenzo Rota a 12’09.
La prossima edizione del Campionato mondiale di ciclismo su strada si terrà nel settembre del 2025 a Kigali, in Ruanda.















