Il tennis maschile sta vivendo una fase storica. Dopo due decenni dominati dai “Big Three” – Federer, Nadal e Djokovic – oggi sono due giovani campioni a prendersi la scena: Jannik Sinner e Carlos Alcaraz. La finale degli US Open 2025 è l’ennesimo capitolo di una rivalità che già profuma di leggenda.
Una rivalità totale
Alcaraz conduce negli scontri diretti (9-5), con l’ultimo confronto vinto a Cincinnati dopo il ritiro di Sinner. Eppure, più che i numeri, colpisce la continuità con cui questi due ragazzi monopolizzano il circuito: dal 2024 in avanti, in 16 dei 17 tornei in cui entrambi hanno partecipato, il titolo è finito nelle mani di uno dei due. Un dominio che ricorda da vicino i grandi duelli del passato, ma con la freschezza di due protagonisti poco più che ventenni.
La prima volta nella storia
Mai nell’era Open due giocatori si erano affrontati in tre finali Slam nella stessa stagione. Sinner e Alcaraz lo hanno fatto: Roland Garros, Wimbledon e ora US Open. L’unico precedente a livello di continuità era quello tra Nadal e Djokovic nel 2011-2012. Questo dato da solo basterebbe a farci capire che siamo davanti a una rivalità destinata a scrivere la storia.
Sinner: il ghiaccio italiano
Jannik Sinner compie 24 anni e già macina record:
- più giovane di sempre a raggiungere tutte le finali Slam in una stagione;
- quarto nell’era Open ad arrivare in 5 finali Slam consecutive (insieme a Federer, Nadal e Djokovic);
- in corsa per il quinto titolo Major della carriera e per il bis a New York.
Il suo percorso a Flushing Meadows è stato devastante: appena 52 game persi fino alla finale, come Nadal nel 2019. Freddo, regolare, quasi glaciale, Sinner sembra incarnare la solidità mentale di un veterano con il fisico di un giovane nel pieno della forza.
Alcaraz: il fuoco spagnolo
Carlos Alcaraz, invece, gioca con l’istinto e la gioia di chi sembra nato per il grande palcoscenico. A 22 anni ha già vinto 5 Slam e cerca il sesto, che lo renderebbe il secondo più giovane di sempre a riuscirci dopo Bjorn Borg. Arriva alla finale senza aver perso un set: un segnale chiaro della sua fame e della sua condizione.
Se dovesse trionfare, diventerebbe il primo under 23 della storia a vincere più Slam su tutte le superfici. È la dimostrazione che la sua versatilità è già al livello dei più grandi.
Il peso della storia
C’è un dato che fa riflettere: questa è la prima stagione dal 2002 in cui nessuno tra Federer, Nadal e Djokovic raggiunge una finale Slam. Il passaggio di consegne è ufficiale, e i nuovi padroni sono loro: Sinner e Alcaraz.
Il pubblico newyorkese, caloroso e sempre in cerca di emozioni, non poteva chiedere di meglio. Sul cemento dell’Arthur Ashe Stadium va in scena una finale che è insieme presente e futuro del tennis mondiale.
Chi vincerà?
Scontri diretti
Il bilancio resta favorevole ad Alcaraz (9-5), ma i precedenti contano fino a un certo punto. Entrambi hanno già dimostrato di poter battere l’altro nelle fasi più calde. Anche i parziali riflettono l’incertezza: sul primo set Sinner ha poco più del 55% di probabilità di imporsi, ma Alcaraz è vicinissimo, attorno al 51%. Stesso discorso per il secondo set, ancora con Sinner leggermente avanti.
Prospettive della partita
Tutti gli indicatori spingono verso un match lungo. La probabilità che la finale superi i 32 game complessivi è altissima (oltre il 75-80%), segno che difficilmente ci sarà un esito rapido.
Molto concreta anche l’eventualità di un tie-break: le stime lo danno al 70%, con una discreta possibilità (31%) che se ne vedano addirittura due o più. Anche nei dettagli iniziali, Sinner parte leggermente più probabile a realizzare il primo ace (58% contro il 50% di Alcaraz), coerente con la solidità del suo servizio.
Pronostico
La finale sembra destinata a 4 o 5 set, con almeno un tie-break e un equilibrio che terrà il pubblico con il fiato sospeso. Sinner ha un piccolo margine, soprattutto nella gestione del servizio e nella continuità, ma Alcaraz è vicinissimo e pronto a ribaltare tutto con la sua esplosività.
Probabilità attese: Sinner favorito di misura (55%), Alcaraz subito dietro (49%). In altre parole: una finale degna della storia.