La Lazio si gioca tutto in novanta minuti, con la necessità di ribaltare il 2-0 subito in Norvegia contro il Bodø/Glimt. Un compito ai limiti dell’impossibile per una squadra che in Europa, nei turni a eliminazione diretta, raramente ha saputo reagire dopo una sconfitta all’andata. Il dato è impietoso: negli ultimi quindici precedenti di questo tipo, solo in tre occasioni i biancocelesti sono riusciti a qualificarsi, un trend che racconta le difficoltà storiche del club nel gestire le doppie sfide europee quando la situazione si complica.
A questo si aggiunge un periodo tutt’altro che brillante, in cui la squadra di Baroni ha vinto solo una delle ultime sette partite tra campionato e coppe. Il pari ottenuto nel derby contro la Roma non ha migliorato il morale, anche se ha almeno interrotto la striscia di sconfitte consecutive. La speranza è legata al fattore Olimpico, dove la Lazio si trasforma: sono tredici le partite di Europa League senza sconfitte davanti al proprio pubblico, con sette successi e sei pareggi. Ma per centrare la semifinale servirà qualcosa in più, servirà una Lazio diversa, cinica e ispirata come non si è ancora vista in questa stagione.
Il Bodø/Glimt, invece, arriva nella capitale forte di quattro vittorie europee consecutive, tutte senza subire reti. La squadra norvegese ha sorpreso tutti per compattezza e organizzazione, confermando la propria crescita anche al di fuori dei confini nazionali. L’obiettivo è storico: mai un club norvegese è arrivato così avanti in una competizione UEFA, e Knutsen sa di avere l’occasione giusta per riscrivere la storia.
L’unico spiraglio per la Lazio è legato alla tradizione negativa del Bodø/Glimt in Italia, dove ha raccolto solo un pareggio in sei trasferte, perdendo nettamente l’ultima volta che ha calcato l’Olimpico: un sonoro 4-0 subito contro la Roma nel 2022, sempre in un ritorno dei quarti. Per i biancocelesti non ci sono alternative: o la rimonta, o l’ennesima delusione europea. Servirà una prova perfetta.
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