Carlos Alcaraz ha inaugurato il suo percorso al torneo di Pechino con una vittoria tutt’altro che semplice contro il giovane francese Giovanni Mpetshi Perricard. Il match d’esordio, vinto con un doppio 6-4, ha evidenziato la forza e la determinazione del numero 3 del mondo, ma anche momenti di nervosismo che hanno caratterizzato la partita. Mpetshi Perricard, in forte ascesa nel ranking ATP tanto da aver scalato la classifica in meno di un anno portandosi dalla posizione 1381 fino alla 51 con un best ranking di 41, ha opposto una resistenza notevole, ma Alcaraz ha mostrato ancora una volta il suo livello superiore, nonostante le difficoltà.
Il match contro Mpetshi Perricard ha riservato momenti di tensione per lo spagnolo, soprattutto nel primo set, quando la giudice di sedia Raluca Alexandra Andrei ha richiamato Alcaraz due volte per “time violation”, ovvero per aver impiegato troppo tempo a servire. Il secondo richiamo, accompagnato da un warning, è arrivato in un momento cruciale, durante il set point a favore di Alcaraz, scatenando la rabbia dello spagnolo. “Non posso giocare a tennis così – ha protestato– Questo non è tennis. Non ho mai ricevuto un warning in vita mia”.
Alcaraz ha poi chiuso il match, ma l’episodio ha rivelato uno stato d’animo agitato che si inserisce in un periodo già ricco di polemiche.
Alcaraz, infatti, negli ultimi giorni è stato protagonista di un botta e risposta a distanza con Sinner per via del calendario troppo fitto del circuito ATP. Questione che ha diviso i due tennisti. Lo spagnolo si è schierato apertamente contro il numero di partite, lamentandosi di una stagione lunga e serrata che inizia a gennaio e termina a novembre, lasciando poco spazio per il recupero fisico e mentale. Le sue dichiarazioni si sono incrociate con quelle di Jannik Sinner, uno dei suoi principali rivali sul circuito, che ha invece minimizzato il problema, sostenendo che i tennisti hanno la libertà di scegliere i tornei a cui partecipare.
Sinner, durante una conferenza stampa a Pechino con il suo approccio pragmatico, ha ribadito: “Il calendario è lungo, ma bisogna fare delle scelte. Certo, ci sono tornei obbligatori, ma un giocatore può comunque scegliere. Io, ad esempio, ho saltato alcuni tornei perché volevo allenarmi“.
Dunque, Alcaraz è stanco di un calendario che non lascia spazio al recupero e vede nel fitto programma una vera e propria minaccia per la “longevità” dei giocatori, mentre Sinner opta per una strategia di selezione mirata dei tornei per evitare il logorio e se da un lato Alcaraz chiede una revisione delle regole per proteggere i giocatori, dall’altro Sinner risponde con grande autocontrollo, dimostrando che a volte le risposte più semplici sono quelle più efficaci.
Ad ogni modo è di poco fa la notizia che la tensione tra i due sembra essersi allentata e galeotto è stato l’incontro nella palestra dell’Olympic Green Tennis Centre, dove Sinner e Alcaraz sono stati immortalati mentre scherzano nel corso di un allenamento.















