Gli inglesi che per giorni hanno detto trionfalmente “It’s coming home”, convinti di vincere l’Europeo in casa, hanno fischiato l’inno italiano, insultato i giocatori che hanno sbagliato i rigori e soprattutto i calciatori sconfitti si sono tolti la medaglia che spetta a chi perde la finale. Mentre il presidente dell’Uefa Ceferin la consegnava, i giocatori se la sfilavano. Molti inglesi, in più, sono andati via dallo stadio senza aspettare la premiazione. Una brutta figura iniziata prima della partita, quando arrivavano forti e chiari dalle tribune di Wembley i fischi all’inno di Mameli. Non sono serviti gli appelli dell’ex nazionale inglese Lineker, di Boris Johnson dei giorni precedenti.
Gli italiani che erano a Wembley raccontano di poco fair play anche all’uscita dallo stadio: sostengono che i tifosi inglesi abbiano preso a calci e lanciato oggetti verso i locali italiani vicino allo stadio. E sui social hanno rovesciato la frustrazione per la sconfitta insultando i giocatori che hanno fallito il rigore, Rashford, Sancho e Saka. Insulti razzisti condannati dalla federazione e dal primo ministro Boris Johnson che in un tweet ha scritto: “Questa squadra inglese merita di essere lodata, non insultata sui social media. I responsabili di questi terrificanti insulti razzisti dovrebbero vergognarsi.”
La Federcalcio inglese in una nota si dice “sconvolta” dal “comportamento disgustoso” di chi lancia in rete questi messaggi. La polizia di Londra ha condannato l’abuso “inaccettabile” e indagherà sui post sui social media “offensivi e razzisti”.
Insomma, da chi sostiene che ha inventato il calcio e il FairPlay una figuraccia colossale in mondovisione. Anche perché si sa, tutte le strade portano a Roma e la Coppa è ben conservata in Italia.
Redazione