Finisce, dopo 11 partite, la striscia da 30 o più punti di Steph Curry. La stella dei Golden State Warriors, mette a segno solamente 18 punti, condannando anche la propria squadra alla sconfitta contro gli Washington Wizards. Era dal 2012 che un giocatore non metteva insieme almeno 10 partite consecutive da 30 o più punti. In quell’occasione fu Kobe Bryant a farlo. Steph Curry lo ha superato, diventando il giocatore più vecchio a farlo, all’età di 33 anni. Ma non è tutto, Curry, con 5 partite oltre quota 40 ad aprile, supera Kobe e anche Michael Jordan per prestazioni di 40 punti oltre i 33 anni.
È come se, in una singola partita, Steph avesse pagato pegno per tutte le magie che ha messo nelle precedenti 11. “Imparo dai miei errori, è la mia filosofia dai tempi del college: se sbaglio mi rialzo e vado avanti, cercando di non ripetere gli errori”, ha raccontato. La grandezza di Steph nell’ultimo mese consiste nell’aver fatto cose eccezionali facendole quasi passare per la normalità, tanto che è strano non vedergliele fare.
“E’ stata una striscia grandiosa. Era un qualcosa che non era mai stato fatto prima. Doveva finire a un certo punto. Ora devo farne partire un’altra. E’ tutta questione di mentalità, mi concentro sulla prossima giocata. Cerco di rinvigorirmi quando torniamo a casa. In casa, in trasferta, nelle grandi partite, voglio mettere insieme un’altra striscia. E’ stata sicuramente una corsa fantastica. Non mi sono mai esaltato così tanto per delle strisce individuali o per questi riconoscimenti. Sono stato capace di fare meglio di alcuni giocatori storici. E farlo alla mia età è speciale.”
Il fenomeno di Golden State è il primo nella storia a segnare più di 70 triple in una striscia di 10 partite. Solo la settimana scorsa Curry era stato nominato come il giocatore della settimana della Western Conference, un onore meritato dopo aver concluso la serata con 47 punti contro i Celtics.