Addio ad un altro pezzo della storia del calcio. Arriva nella notte la notizia della morte di Paolo Rossi, il bomber per antonomasia, l’eroe gentile e timido dell’Italia che, nel 1982, fece esplodere le piazze vincendo in Spagna il suo terzo Mondiale.
“Abbiamo perso un amico e un’icona del nostro calcio”, dice Gabriele Gravina, presidente dell’associazione italiana FIGC, dove le bandiere sono a mezz’asta. “La morte di Pablito provoca un dolore profondo, una ferita nel cuore di tutti i tifosi, che è difficile rimarginare. Ha guidato la nazionale al titolo con i suoi gol nel 1982, prendendo per mano un intero paese. Il suo nome è indissolubilmente legato agli ‘Azzurri’ e continua ad ispirare le generazioni future”.
Carriera straordinaria, breve ma folgorante. Nato a Prato il 23 settembre del 1956, Rossi insieme a Roberto Baggio e Christian Vieri, detiene ancora il record italiano di marcature in una rassegna iridata a quota 9 gol, ed è stato il primo giocatore (eguagliato dal solo Ronaldo, quello verdeoro) ad aver vinto nello stesso anno il Mondiale, assieme al titolo di capocannoniere, e il Pallone d’oro. Fece incetta di trofei anche in maglia bianconera, mettendo in bacheca due scudetti, una Coppa Italia, una Coppa delle Coppe, una Supercoppa Uefa e, dulcis in fundo, la Coppa dei Campioni 1984-1985.
La Juventus scrive sul sito: “Che brutta notizia, questa mattina, per una nazione intera, l’uomo di un Mundial indimenticabile, per noi “anche” molto, ma molto altro”.