Nottingham Forest – Chelsea
Il Forest di Nuno Espírito Santo cerca ossigeno dopo quattro sconfitte nelle ultime cinque. I “Tricky Trees” faticano a finalizzare: non segnano da tre gare e in casa hanno perso cinque delle ultime sette.
Il Chelsea, invece, produce gare spettacolari: 22 reti complessive nei suoi incontri, ma con rendimento esterno modesto (solo il 27% dei punti lontano da Stamford Bridge). Attenzione ai calci d’angolo — quattro gol in trasferta sono arrivati da questa situazione.
Con Caicedo leader per contrasti e intercetti e Palmer sempre più centrale nella rifinitura, i Blues hanno mezzi tecnici superiori, ma soffrono le transizioni. Il Forest costruisce bene (terzo per sequenze da 10+ passaggi), ma fatica a rendere pericolose le sue trame.
Sunderland – Wolverhampton
Ritorno in Premier per un classico del nord. Il Sunderland, imbattuto in casa, ha però segnato un solo gol nel primo tempo in tutta la stagione. Gli xG dicono molto: il 45% arriva da calci piazzati, record assoluto del torneo.
I Wolves di O’Neil, invece, sono maestri nell’andare in vantaggio — ma senza vincere: tre volte consecutivamente avanti 1-0, tre volte senza successo.
Sarà sfida fisica e di seconde palle. Robin Roefs, portiere rivelazione (24 parate e 8 interventi su corner), dovrà gestire la pressione aerea. Dall’altra parte, i Wolves devono trovare un bomber: nessuno ha più di un gol segnato in stagione.
Manchester City – Everton
Striscia aperta di 16 risultati utili contro i Toffees e sette vittorie nelle ultime otto in casa: i numeri parlano da soli. Il City domina anche con la “versione conservativa” di Guardiola, che ha il minor possesso medio della sua carriera (57,6%) ma resta micidiale.
Haaland ha già toccato quota 9 gol in 7 partite, mentre l’assenza (o la condizione) di Rodri resta l’unico vero fattore di rischio per i Citizens, che senza di lui scendono da 2,4 a 1,8 punti a partita.
L’Everton, in crescita sotto Moyes, vanta sei vittorie nelle ultime dieci ma fatica con il pressing alto. Servirà compattezza e cinismo per resistere all’ondata blu cielo dell’Etihad.
Crystal Palace – Bournemouth
Partita per intenditori. Quattro H2H consecutivi senza gol raccontano la prudenza di due squadre più attente all’equilibrio che allo spettacolo.
Il Palace non perde da nove gare interne e parte forte: sarebbe primo in classifica considerando solo i primi tempi. Henderson, tra i pali, ha già evitato quasi tre gol attesi.
Il Bournemouth, però, è in crescita: quattro vittorie nelle ultime sei e Semenyo protagonista diretto nel 78% delle reti. Gara che può decidersi su un singolo episodio o su una palla ferma.
Burnley – Leeds
Sfida tra neopromosse con filosofie opposte. Il Burnley è la seconda peggior difesa del campionato (15 gol subiti) e tiene il 35% di possesso medio — un dato quasi da Championship.
Il Leeds di Farke, invece, ha trovato stabilità (stesso XI da quattro gare) e ritmo crescente. Anton Stach è la chiave tattica: 12 tiri e 10 occasioni create da palla in movimento.
La sfida si gioca sul pressing e sulle transizioni: Parker chiuderà l’area e punterà sui cross, mentre il Leeds cercherà di colpire con rotazioni rapide sulle fasce. Match da “chi segna primo vince”.
Brighton – Newcastle
Scontro tra filosofie. Il Brighton di Hürzeler è la squadra che recupera più palloni alti (56), con 13 di questi recuperi che terminano in un tiro: dati da top europeo.
Il Newcastle, invece, è in crisi di gol esterni: tre 0-0 consecutivi lontano da casa, nessuna rete in quattro trasferte.
Van Hecke guida la costruzione con 101 passaggi che rompono la linea, mentre Woltemade cerca continuità. Brighton favorito tatticamente, ma serve concretezza per evitare un altro pareggio a reti bianche.
Fulham – Arsenal
Il derby londinese della giornata. Il Fulham ha vinto una sola volta negli ultimi 14 incroci e viene da due sconfitte pesanti. I Cottagers, però, sono solidi a Craven Cottage e costruiscono bene dal basso con Iwobi, secondo solo a Bruno Fernandes per passaggi “line-breaking”.
L’Arsenal risponde con la miglior difesa per tiri concessi (<10 a gara) e il record di contropiedi (14). Declan Rice è il barometro della manovra: due gol e quattro assist negli ultimi sette derby esterni.
Arteta cerca ritmo e riaggressione; Silva dovrà allungare il campo per aprire varchi. Gara di contrasti tattici più che di emozioni.
Tottenham – Aston Villa
Nessun pareggio da 20 partite in questo scontro, e anche stavolta non sembra il caso di aspettarselo.
Gli Spurs producono molto (13 gol da 7,5 xG, miglior differenziale positivo) ma raccolgono poco in casa: tre vittorie nelle ultime 17. La Villa di Emery, invece, vola dopo la sosta: otto successi nelle ultime dieci partite post-internazionale.
Occhio ai corner — 25% dei tiri Villans nasce da lì — e ai duelli laterali. Kudus, con 30 dribbling riusciti, può spaccare la gara. Rogers, invece, ha servito già nove assist nel 2025 e punta il record personale. Sfida ad altissima intensità.
Liverpool – Manchester United
Il grande classico del weekend. Il Liverpool domina l’H2H (una sola sconfitta nelle ultime 14) e ad Anfield non perde contro lo United dal 2016.
Ma i Reds arrivano da due KO consecutivi e cercano riscatto. Salah è l’incubo dei Red Devils: 13 gol e 6 assist contro di loro, record assoluto.
Lo United di Amorim ha numeri difensivi contrastanti: pochi tiri concessi (64) ma chance altissime per xGA/shot (0.16, peggiore PL). Senza solidità, la pressione di Anfield rischia di travolgere i suoi.
Attenzione ai finali: già quattro gol decisivi al 90° nelle gare dei Reds. Possibile altra serata da thriller.
West Ham – Brentford
Chi rompe la serie negativa? Gli Hammers hanno perso tutte le prime tre casalinghe, le Bees tutte le prime tre in trasferta.
Il Brentford domina l’H2H (6 vittorie su 8) e resta pericoloso con le rimesse lunghe di Michael Kayode: 34 in area, un’arma territoriale inedita.
Il West Ham, reduce da quattro derby londinesi persi su quattro, si affida a Paquetá, che tocca quota 100 presenze in Premier.
Gara che promette più fisicità che estetica, e dove un episodio da palla ferma può cambiare tutto.