Alcaraz-Sinner, la rivalità che segna un’epoca
Sul campo maschile, la finale ha offerto l’ennesimo capitolo della sfida che sta definendo una nuova generazione: Carlos Alcaraz contro Jannik Sinner. I due, entrambi giovanissimi, si sono già incrociati in quattro finali stagionali, su tre superfici diverse, un dato che li inserisce in un’élite riservata in passato a coppie come Federer-Nadal o Djokovic-Nadal.
Questa volta, però, il match si è concluso con amarezza per i tifosi italiani: Sinner è stato costretto al ritiro dopo il primo set, lasciando via libera al successo di Alcaraz. Per lo spagnolo si tratta del 22° titolo ATP e dell’ottavo Masters 1000, che lo proietta già nella storia: a 22 anni ha superato Alexander Zverev e ora, tra i giocatori in attività, è secondo solo a Novak Djokovic (40 titoli Masters 1000).
Sinner, nonostante lo stop, ha comunque consolidato il suo status: è diventato il più giovane tennista a raggiungere otto finali consecutive tra Masters 1000 e Slam, superando Federer, e il primo a disputare due finali di fila a Cincinnati dai tempi dello svizzero (2014–2015). Un segnale di continuità da fuoriclasse, che conferma il suo ruolo di principale rivale di Alcaraz negli anni a venire.
Swiatek, regina polacca. Paolini, orgoglio azzurro
Sul fronte femminile, la protagonista assoluta è stata Iga Swiatek. La polacca ha conquistato l’11° titolo WTA-1000 della sua carriera, superando Azarenka e mettendosi all’inseguimento del record di Serena Williams (13). Nessuna connazionale, né tra uomini né tra donne, era mai riuscita a vincere a Cincinnati: un primato che rafforza il peso storico del suo trionfo.
Swiatek continua a collezionare numeri impressionanti: 24 titoli complessivi, di cui 17 tra Slam e WTA-1000, con un tasso di conversione nei grandi tornei degno di leggende come Steffi Graf. In finale ha battuto Jasmine Paolini, dimostrando ancora una volta la sua abilità nel gestire i momenti chiave: 6 break point su 6 convertiti.
Eppure, nonostante la sconfitta, l’azzurra può sorridere. A 29 anni è diventata la più anziana giocatrice a raggiungere finali WTA-1000 su più superfici in una stagione dai tempi di Serena Williams. Inoltre, con 20 vittorie stagionali nei WTA-1000, ha stabilito il nuovo record italiano, superando Sara Errani. Per Paolini, che solo due anni fa sembrava destinata a una carriera da comprimaria, è la conferma definitiva tra le grandi del circuito.
Italia protagonista: una nuova era
Il dato che resterà nella storia è che, per la prima volta nell’era Open, un uomo e una donna italiani hanno raggiunto contemporaneamente la semifinale a Cincinnati. Sinner e Paolini hanno scritto una pagina che va oltre il risultato finale, simbolo di un movimento che ha trovato stabilità e protagonismo internazionale.
L’Italia del tennis non è più soltanto promessa: è presente e competitiva ai massimi livelli, sia tra gli uomini che tra le donne. Alcaraz e Swiatek, da parte loro, hanno ribadito il loro dominio, ma la sensazione è che il futuro prossimo vedrà ancora più spesso i colori azzurri brillare accanto ai campioni